domenica 8 febbraio 2015
The icenab
L'epica storia di Richard Kuklinski (Michael Shannon), che ha condotto un'incredibile doppia vita come devoto padre di famiglia e come spietato sicario della mafia, capace di uccidere più di 250 persone tra il 1954 e il 1985. Richard si guadagna il soprannome di "uomo di ghiaccio" sul campo per l'abitudine di congelare i cadaveri delle sue vittime per poi sbarazzarsene mesi dopo, in modo da celare la loro morte per più tempo possibile.
Birdman
Un attore (Michael Keaton), celebre per aver prestato il volto a un iconico supereroe, sta allestendo una commedia da portare in scena a Broadway. Nei giorni precedenti alla prima, si ritroverà però a fare i conti con il proprio ego, tentando di recuperare i rapporti con la sua famiglia, la carriera e, in un'ultima analisi, anche se stesso.
Corri ragazzo corri
Nel 1942 Srulik, un bambino di otto anni, fugge dal ghetto di Varsavia. Da quel momento, cercherà di sopravvivere dapprima da solo nella foresta e in seguito in una fattoria polacca, assumendo l'identità dell'orfano cristiano Jurek. Durante tutto il suo calvario, rischierà però di perdere la propria identità ebraica incontrando persone che lo inganneranno per una ricompensa, lo picchieranno e cercheranno di ucciderlo, e altre disposte a rischiare tutto pur di aiutarlo.
Una fuga infinita, durata per anni, con accumuli drammatici sovente eccessivi: dal ghetto dove gli vengono uccisi genitori e fratelli, dalle foreste gelide dove perde i compagni, dai polacchi che consegnano bambini alle SS per un tozzo di pane. Picchiato, rincorso, rifiutato, vessato, privato di un braccio, ma animato da un indomito spirito di sopravvivenza. Che è la cifra simbolica di un film da proiezione per le scuole, a cui manca un manico e su cui pesano i dialoghi ingessati, ma verso il quale si finisce per nutrire sano rispetto. Adattamento di un romanzo di Uri Orlev.
Una fuga infinita, durata per anni, con accumuli drammatici sovente eccessivi: dal ghetto dove gli vengono uccisi genitori e fratelli, dalle foreste gelide dove perde i compagni, dai polacchi che consegnano bambini alle SS per un tozzo di pane. Picchiato, rincorso, rifiutato, vessato, privato di un braccio, ma animato da un indomito spirito di sopravvivenza. Che è la cifra simbolica di un film da proiezione per le scuole, a cui manca un manico e su cui pesano i dialoghi ingessati, ma verso il quale si finisce per nutrire sano rispetto. Adattamento di un romanzo di Uri Orlev.
Gemma Bovery
Martin, ex viveur parigino finito più o meno volontariamente a fare il panettiere in Normandia, ha mantenuto costanti le sue ambizioni giovanili, la sua forte capacità di immaginazione e l'amore per la letteratura, in particolare per le opere di Gustave Flaubert. Ben presto, vicino alla sua abitazione si trasferisce una coppia inglese, Gemma e Charles Bovery, i cui nomi e comportamenti sembrano ispirati dagli eroi di Flaubert. Per Martin l'occasione è troppo ghiotta per non cercare di interferire nel destino dei due. La bella Gemma Bovery non ha però mai letto alcun classico e intende vivere la vita a modo suo.
Diretto da Anne Fontaine ispirandosi al romanzo grafico di Posy Simmonds e con il grande Pascal Bonitzer alla sceneggiatura, Gemma Bovery racconta di un uomo dalla passione in letargo che passando attraverso un miraggio letterario flaubertiano, pensa di dominare eventi con al centro una splendida donna inglese, suo marito, i suoi amanti presenti e passati. Grazie anche alla prova “leggera” di due protagonisti in stato di grazia (Luchini è sempre spaziale, ma Arterton è una sorpresa) e a una scrittura sublime, il film è la commedia perfetta.
Diretto da Anne Fontaine ispirandosi al romanzo grafico di Posy Simmonds e con il grande Pascal Bonitzer alla sceneggiatura, Gemma Bovery racconta di un uomo dalla passione in letargo che passando attraverso un miraggio letterario flaubertiano, pensa di dominare eventi con al centro una splendida donna inglese, suo marito, i suoi amanti presenti e passati. Grazie anche alla prova “leggera” di due protagonisti in stato di grazia (Luchini è sempre spaziale, ma Arterton è una sorpresa) e a una scrittura sublime, il film è la commedia perfetta.
Turner
Uno sguardo all'ultimo quarto di vita di Joseph Mallord William Turner (Timothy Spall), pittore e incisore inglese nato a Londra nel 1775 e divenuto uno dei maggiori esponenti del movimento romantico. Profondamente turbato dalla morte del padre, Turner inizia a vivere con la vedova Mrs. Booth ed è tormentato occasionalmente da Sarah Danby, una ex amante da cui ha avuto due figlie illegittime. Godendo dell'accoglienza dell'aristocrazia terriera, Turner frequenta un bordello, è affascinato dalla scienza, dalla fotografia e dalle ferrovie, è un membro dell'accademia reale delle arti e sfida una tempesta di neve attaccato all'albero di una nave per dipingere la tempesta stessa. Osannato da alcuni ed odiato da altri, Turner rifiuta anche un'offerta di 100 mila sterline da un milionario che desidera acquistare tutti i suoi lavori, fortemente detestati dalla regina Victoria. Ad amarlo più di tutti è però Hannah, la governante storica che Turner ogni tanto sfrutta per i suoi bisogni sessuali.
Grazie anche alla straordinaria attenzione del direttore della fotografia Dick Pope, Leigh filma la passione della luce e dell’occhio di Turner con un passo di straordinaria essenzialità che evita accuratamente l’aridità dell’illustrazione erudita. Nel corpo di Timothy Spall, Leigh incarna il tormento dell’immagine che diventa testimonianza storica grazie alla precisione di un gesto filmico tanto potente quanto discreto. Turner è il migliore omaggio ipotizzabile per il “poeta della luce”.
Grazie anche alla straordinaria attenzione del direttore della fotografia Dick Pope, Leigh filma la passione della luce e dell’occhio di Turner con un passo di straordinaria essenzialità che evita accuratamente l’aridità dell’illustrazione erudita. Nel corpo di Timothy Spall, Leigh incarna il tormento dell’immagine che diventa testimonianza storica grazie alla precisione di un gesto filmico tanto potente quanto discreto. Turner è il migliore omaggio ipotizzabile per il “poeta della luce”.
Italiano medio
Ambientalista convinto in crisi depressiva, il quasi quarantenne Giulio Verme si ritrova a fare la differenziata in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Incapace di interagire con chiunque, un sempre più avvilito Giulio viene convinto dall'incontro con l'associazione ambientalista dei "Mobbasta" a combattere contro lo smantellamento di un parco cittadino ma anche quest'esperienza si rivela un fallimento. Senza più speranze, Giulio si imbatte in Alfonzo, un vecchio e odiato amico di scuola che ha un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola che gli farà usare solo il 2% delle capacità cerebrali. In tal modo, Giulio potrà pensare solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, alle passioni e alle virtù dell'italiano medio.
Anarchico ma non egocentrico nel portare avanti le sue tante idee, Capatonda sceglie di lavorare sulla coralità degli attori che l’hanno sempre accompagnato nelle sue avventure. Con una cura formale e un’attenzione alla scrittura inedite, Italiano medio finisce per raccontare meglio di altri le nostre maschere, le nostre gabbie, il nostro cinema.
Anarchico ma non egocentrico nel portare avanti le sue tante idee, Capatonda sceglie di lavorare sulla coralità degli attori che l’hanno sempre accompagnato nelle sue avventure. Con una cura formale e un’attenzione alla scrittura inedite, Italiano medio finisce per raccontare meglio di altri le nostre maschere, le nostre gabbie, il nostro cinema.
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