sabato 21 marzo 2015
Latin lover
In un paesino della Puglia viene celebrato il decimo anniversario dalla morte di Saverio Crispo, attore simbolo del grande cinema italiano ed eterno latin lover. Alla cerimonia partecipano le sue cinque figlie che arrivano da tutto il mondo e due ex mogli, quella italiana e quella spagnola. Segreti, rivalità e nuove passioni porteranno le donne a scoprire un passato inaspettato e a rivedere la propria vita.
Una nuova amica
Claire e Léa hanno attraversato alti e bassi sin dall'infanzia. Le cose non cambiano neanche quando entrambe le giovani donne si sposano e Léa diventa mamma. Poco dopo il parto, Léa si ammala gravemente e sul letto di morte chiede all'amica di prendersi cura della sua famiglia e del marito David. Dopo la morte di Léa, Claire cerca l'uomo e scopre un segreto da lui a lungo custodito: ama indossare abiti femminili e ha anche scelto come nome quello di Virginia.
Adattamento del romanzo The New Girlfriend di Ruth Rendell. Hitchcock, Ophüls, e molto Billy Wilder, con una spruzzatina di Almodóvar. Ma non si pensi che "Una nuova amica" sia un semplice divertissement perché Ozon, con leggerezza sofisticata e intelligenza, racconta la confusione non del protagonista maschile, che sta invece benissimo così, ma della ragazza, creando un cortocircuito interessante. Tra i migliori Ozon di sempre, in ogni caso.
Adattamento del romanzo The New Girlfriend di Ruth Rendell. Hitchcock, Ophüls, e molto Billy Wilder, con una spruzzatina di Almodóvar. Ma non si pensi che "Una nuova amica" sia un semplice divertissement perché Ozon, con leggerezza sofisticata e intelligenza, racconta la confusione non del protagonista maschile, che sta invece benissimo così, ma della ragazza, creando un cortocircuito interessante. Tra i migliori Ozon di sempre, in ogni caso.
Io sono Mateusz
Da piccolo a Mateusz venne diagnosticata una paralisi cerebrale e sin dalla tenera età è stato ritenuto mentalmente disabile e senza alcuna capacità comunicativa. A 25 anni di distanza da quella diagnosi, però, si è scoperto che, a parte i problemi fisici, Mateusz è perfettamente normale ed è anche una persona molto intelligente. Così, a 30 anni, Mateusz si ritrova ricoverato in procinto di essere esaminato da una commissione, chiamata ad esprimersi sulle sue reali condizioni.
Dramma lieve, il cui registro sfiora ripetutamente l’obiettività documentaria, salvo prendere da essa le distanze in libere ricostruzioni narrative e in concessioni retoriche atte a tirare per i capelli l’emozione, trascinandola su schermo in ralenti al pianoforte.
Dramma lieve, il cui registro sfiora ripetutamente l’obiettività documentaria, salvo prendere da essa le distanze in libere ricostruzioni narrative e in concessioni retoriche atte a tirare per i capelli l’emozione, trascinandola su schermo in ralenti al pianoforte.
Blackhat
Un importante codice informatico è stato violato, innescando una catena di eventi che colpisce i mercati azionari di tutto il mondo. A colui che aveva scritto il codice, detenuto in carcere per crimini informatici, viene concessa la libertà a condizione che faccia parte di una task force dell'Fbi e del governo cinese per risalire all'autore della violazione e alla rete di cyber-terrorismo d'alto livello che vi sta dietro. Inizia così una caccia al topo che da Chicago arriva a Giacarta, passando per Los Angeles, Kuala Lampur e Hong Kong.
Blackhat è qui, in tutta la sua magnificenza. Affetti familiari, eros, ma anche battaglie dove il sangue sostituisce lo scorrere dei dati in una matrice informatica che pare fogna. Si comincia con una guerra combattuta attraverso la tecnologia più avanzata, quasi fantascienza, e si finisce con gli antagonisti che si prendono a coltellate durante una cerimonia tradizionale millenaria. In mezzo, puro Michael Mann, che sperimenta con il digitale e regala personaggi di contorno memorabili
Blackhat è qui, in tutta la sua magnificenza. Affetti familiari, eros, ma anche battaglie dove il sangue sostituisce lo scorrere dei dati in una matrice informatica che pare fogna. Si comincia con una guerra combattuta attraverso la tecnologia più avanzata, quasi fantascienza, e si finisce con gli antagonisti che si prendono a coltellate durante una cerimonia tradizionale millenaria. In mezzo, puro Michael Mann, che sperimenta con il digitale e regala personaggi di contorno memorabili
Foxcatcher - una storia americana
La vera storia di John Du Pont (Steve Carrell), uno schizofrenico paranoico che ha usato i suoi 800 acri di terreno in Pennsylvania per costruire una struttura di formazione e preparazione per atleti di wrestling. Nel 1996, nella struttura, Du Pont ha ucciso, sparandogli, il wrestler medaglia d'oro olimpionica David Schultz (Mark Ruffalo). Erede dell'immensa fortuna della sua famiglia, Du Pont si è chiuso nella sua villa nei due giorni successivi all'omicidio, trascorrendo il tempo al telefono con i negoziatori.
Miller costruisce un film che lavora sul classico ma è in cerca continua di scarti e scompensi, di tratti alienanti, di spettri. Sono i corpi muti a parlare, a dire delle tensioni psichiche, sessuali, economiche: la lotta non è uno sport, qui. È una tragedia implosa, silente. E non è solo un biopic, un ritratto umano, Foxcatcher. Ma storia d’America, parabola sull’imperialismo economico e culturale, mitologia che s’infrange e non smette d’infrangersi.
Miller costruisce un film che lavora sul classico ma è in cerca continua di scarti e scompensi, di tratti alienanti, di spettri. Sono i corpi muti a parlare, a dire delle tensioni psichiche, sessuali, economiche: la lotta non è uno sport, qui. È una tragedia implosa, silente. E non è solo un biopic, un ritratto umano, Foxcatcher. Ma storia d’America, parabola sull’imperialismo economico e culturale, mitologia che s’infrange e non smette d’infrangersi.
Cenerentola
Il padre della giovane Ella, un mercante rimasto vedovo, sposa in seconde nozze Lady Tremaine (Cate Blanchett) e la porta a vivere in casa insieme alle sue due figlie Anastasia e Genoveffa. Quando il padre scompare misteriosamente, Ella (Lily James) si ritrova in balia di una famiglia in cui gelosia e crudeltà regnano sovrane. Relegata al ruolo di sguattera, Ella non si arrende alle difficoltà a cui va incontro e, memore delle ultime parole della madre, si mostra sempre coraggiosa e gentile, senza cedere mai alla disperazione o al disprezzo verso chi la umilia in continuazione. La sua fortuna è destinata a cambiare quando si profila all'orizzonte la possibilità di partecipare a un evento reale, dove spera di incontrare nuovamente il misterioso e affascinante sconosciuto (Richard Madden) che ha incontrato nel bosco, del tutto ignara di come questi sia in realtà il principe.
Kenneth Branagh srotola su un tappeto barocco di dettagli sfarzosi e lussureggianti tutta l’atemporalità del classico in equilibrio tra stupore del fantastico e (relativa) verosimiglianza di trama. Cenerentola aggiunge ai suoi personaggi lo spessore che basta a non farli sfigurare in tre dimensioni e rincorre con consapevolezza i fasti della Hollywood che fu, di un cinema lussuoso e sfavillante capace di concretizzare su pellicola la sostanza dei sogni.
Kenneth Branagh srotola su un tappeto barocco di dettagli sfarzosi e lussureggianti tutta l’atemporalità del classico in equilibrio tra stupore del fantastico e (relativa) verosimiglianza di trama. Cenerentola aggiunge ai suoi personaggi lo spessore che basta a non farli sfigurare in tre dimensioni e rincorre con consapevolezza i fasti della Hollywood che fu, di un cinema lussuoso e sfavillante capace di concretizzare su pellicola la sostanza dei sogni.
Vizio di forma
Larry Doc Sportello (Joaquin Phoenix) è un detective privato della Los Angeles del 1969. Dipendente dalle droghe e dai metodi insoliti, Sportello viene contattato da un'ex amante per risolvere un interessante caso che, tra miriadi di azioni criminali, riguarda un'infedeltà coniugale ma anche le istituzioni mentali e un gruppo di poliziotti chiamati Bigfoot.
Un’impresa eccezionale di “riscrittura”, riuscita: il personaggio sullo schermo ha l’anima che invece ci pare manchi nel romanzo di Pynchon, dove è puro pre-testo, un McGuffin semovente. Merito anche di Joaquin Phoenix, magnifico. Forse non è un capolavoro, non sposta l’asticella della storia del cinema, ma diverte confermando il talento del suo autore.
Un’impresa eccezionale di “riscrittura”, riuscita: il personaggio sullo schermo ha l’anima che invece ci pare manchi nel romanzo di Pynchon, dove è puro pre-testo, un McGuffin semovente. Merito anche di Joaquin Phoenix, magnifico. Forse non è un capolavoro, non sposta l’asticella della storia del cinema, ma diverte confermando il talento del suo autore.
Il segreto del suo volto
Sopravvissuta ai campi di concentramento ma con il volto gravemente sfigurato, Nelly Lenz (Nina Hoss), dopo un intervento di ricostruzione facciale, si mette alla ricerca del marito Johnny. Quando lo ritrova, deve però confrontarsi con un'amara verità: l'uomo non la riconosce più ma, considerando la grande somiglianza che ha con la moglie che crede defunta, le propone di spacciarsi per lei e rivendicarne la cospicua eredità. Nelly diventerà così il suo stesso alter ego, con la speranza di scoprire i veri sentimenti o i tradimenti del consorte.
Rigore fotografico, sottrazione di colonna sonora, personaggi dispersi sul viale della dimenticanza. Epifanie implose nella cesura del movimento di macchina, con stacchi di montaggio netti, brutali, a smentire la fluidità del ricordo. Il segreto del suo volto è un film inesauribile, l’ennesimo di un cineasta cui aggrapparsi disperatamente.
Rigore fotografico, sottrazione di colonna sonora, personaggi dispersi sul viale della dimenticanza. Epifanie implose nella cesura del movimento di macchina, con stacchi di montaggio netti, brutali, a smentire la fluidità del ricordo. Il segreto del suo volto è un film inesauribile, l’ennesimo di un cineasta cui aggrapparsi disperatamente.
Timbuktu
Una volta città di tolleranza, Timbuktu è oramai nelle mani di un gruppo di estremisti, che governano con leggi che proibiscono la musica, il calcio e il fumo, e impongono un rigido codice di abbigliamento per le donne. Per Kidane, invece, è il momento giusto per godersi la vita con la sua famiglia lontano dalla città. Uomo tranquillo che vive sulle rive del fiume Niger, Kidane lavora come pastore aiutato da un dodicenne di nome Issan. Quando però Amadou, il pescatore pazzo che vive nelle vicinanze, spara al suo gregge, Kidane è costretto a cercar di proteggere lavoro, vita e famiglia, uccidendo accidentalmente il rivale e facendo correre veloce il suo inevitabile destino.
Ispirato a una storia vera, Timbuktu coglie la tragedia dell’uomo e cerca il paradosso del potere, commuove di realismo come Rossellini e coglie l’assurdo di regime come Suleiman. Un cumulo di storie e personaggi, lirismo dolente e umorismo vignettistico, realismo scioccante e simbolismo elementare: Sissako, con la fotografia del Sofian El Fani di La vita di Adele, restituisce le forme con cui si dispiega la legge ottusa dell’integralismo. E sa fare, di queste macerie, senso materiale su cui fondare poesia.
Ispirato a una storia vera, Timbuktu coglie la tragedia dell’uomo e cerca il paradosso del potere, commuove di realismo come Rossellini e coglie l’assurdo di regime come Suleiman. Un cumulo di storie e personaggi, lirismo dolente e umorismo vignettistico, realismo scioccante e simbolismo elementare: Sissako, con la fotografia del Sofian El Fani di La vita di Adele, restituisce le forme con cui si dispiega la legge ottusa dell’integralismo. E sa fare, di queste macerie, senso materiale su cui fondare poesia.
Selma - la strada per la libertà
La storia dei tre tumultuosi mesi del 1965 durante i quali il riverito e visionario Martin Luther King (David Oyelowo) condusse una pericolosa campagna per garantire il diritto al voto ai neri contro una violenta opposizione bianca. L'epica marcia da Selma a Montgomery culminò con la firma del presidente Johnson (Tom Wilkinson) del Voting Rights Act, una delle vittorie più significative per il movimento dei diritti civili.
Selma è cinema classico, tradizionale, solido: retorico quando serve, commovente quanto basta. Eppure necessario: l’autorappresentazione di un popolo, da sempre relegato ai margini dello schermo, può passare anche per il canone.
Selma è cinema classico, tradizionale, solido: retorico quando serve, commovente quanto basta. Eppure necessario: l’autorappresentazione di un popolo, da sempre relegato ai margini dello schermo, può passare anche per il canone.
Whiplash
Andrew, studente di primo anno al college, è disposto a tutto pur di diventare un famoso batterista jazz. I suoi sforzi e il suo impegno sono messi però a dura prova dagli estremi metodi di insegnamento dell'eccentrico professor Fletcher. Condotto quasi sull'orlo della follia, Andrew dovrà imparare a credere in se stesso e aver fede nella musica per far scintillare il talento nel quale Fletcher ripone fiducia.
Chazelle, classe 1985, cresciuto a pane e Cassavetes, viene da un esordio (Guy and Madeline on a Park Bench) che con disinvolta arroganza innestava aperture da musical hollywoodiano su un dispositivo da Nouvelle vague. Whiplash - il più basso incasso mai arrivato alla nomination all’Oscar, girato e montato in 10 settimane, con un attore (Miles Teller, ottimo) che suona dal vivo e versa vero sangue sul set - è il suo manifesto, un’opera che grida le sue convinzioni, dilatando le performance live fino all’esaurimento, rivendicando il diritto di credere a un cinema duro e puro. Vincitore del Gran Premio della Giuria e del Premio del pubblico al Sundance 2014.
Chazelle, classe 1985, cresciuto a pane e Cassavetes, viene da un esordio (Guy and Madeline on a Park Bench) che con disinvolta arroganza innestava aperture da musical hollywoodiano su un dispositivo da Nouvelle vague. Whiplash - il più basso incasso mai arrivato alla nomination all’Oscar, girato e montato in 10 settimane, con un attore (Miles Teller, ottimo) che suona dal vivo e versa vero sangue sul set - è il suo manifesto, un’opera che grida le sue convinzioni, dilatando le performance live fino all’esaurimento, rivendicando il diritto di credere a un cinema duro e puro. Vincitore del Gran Premio della Giuria e del Premio del pubblico al Sundance 2014.
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