sabato 26 settembre 2015

Sicario

Una giovane agente dell’FBI prende parte a una operazione segreta della CIA allo scopo di catturare un boss del narcotraffico messicano. Tale operazione metterà a repentaglio le sue convinzioni più profonde e i suoi valori morali.

Nella mani del regista di La donna che canta e Prisoners, la densità di sottintesi, affetti e tradimenti che si libera nelle relazioni tra superbi attori diventa importante quanto la destrezza e la raffinata ricerca visiva delle scene d’azione. Si tratta di tre personaggi ricchi di fragilità, audacia, ossessioni: ma nessuno dei tre crede di essere un supereroe. Questo li rende sensibilmente più interessanti di buona parte del cinema americano di oggi.

L'attesa

Tra le grandi stanze di una vecchia villa siciliana segnata dal tempo, Anna trascorre le sue giornate in solitudine. Solo i passi del tuttofare Pietro rompono il silenzio quando tutto d'un tratto si presenta Jeanne, una giovane donna che sostiene di essere la fidanzata di Giuseppe, il figlio di Anna. Ad invitarla in Sicilia per trascorrere insieme qualche giorno di vacanza è stato proprio lo stesso Giuseppe ma nessuna delle due donne sa dell'esistenza dell'altra. Per di più Giuseppe non è presente. Nessuno sa dove sia andato, anche le sue cose sono tutte nella sua stanza e viene da pensare che forse molto presto tornerà. I giorni però passano, le due donne lentamente imparano a conoscersi e l'intero paese prepara la tradizionale processione di Pasqua.

Se è innegabile che Messina, alla prima prova nel lungo, non sia ancora in grado di gestire al meglio i sorrentinismi, se è evidente che Fellini e Rossellini gli sussurrino prepotentemente nelle orecchie, è altrettanto manifesto che siamo di fronte a un esordio di rara maturità e sensibilità, tanto nella regia quanto nella scrittura.

Per amor vostro

Anna vive, da quarant'anni, nel suo angolo d'inferno. Ex bambina spavalda e sfortunata, è una donna generosa e fin troppo tollerante, prigioniera dei doveri e della famiglia. Confortata da "anime poverelle" del sottosuolo, in realtà Anna è circondata da molti demoni, reali e immaginari, e da un cielo, che quando si affaccia a scrutarlo diventa, al suo sguardo, sempre più nero.

Come Mario Martone con il suo Leopardi Giovane e favoloso, Gaudino qui s’inventa un cinema paradossale, surreale perché contro le pretese del realismo, ma in grado di restituire una vera e propria visione del mondo, la visione indecisa e struggente, gioiosa e segnata di Anna. L’esatto contrario della tv. E della cosmesi d’autore. Andate e godetene tutti, questo è uno dei nostri migliori cinemi possibili. Coppa Volpi a Valeria Golino, la seconda, 29 anni dopo Una storia d’amore.

Inside out

Crescere non è sempre facile e Riley, una ragazzina di 11 anni, se ne rende conto quando per seguire il lavoro del padre a San Francisco è costretta a lasciare la sua vita nel Midwest. Come tutti, Riley è guidata dalle cinque emozioni principali - Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza - che vivono nella sua mente e che la aiutano ad affrontare la quotidianità. Mentre Riley fatica ad adattarsi alla nuova grande città, nel quartier generale delle emozioni monta l'agitazione: sebbene Gioia cerchi di mantenere uno visione positiva delle cose, le restanti emozioni entrano in conflitto sul modo migliore per esplorare la nuova realtà in cui si trovano.

l tripudio di invenzioni visive per dare corpo all’incorporeo superano per grazia e fantasia quanto fatto da Pixar sin qui. Ma non è solo nell’aspetto visivo che Inside Out fa la storia: il suo plot rivoluzionario, anziché semplificare il messaggio a portata di bimbo, si apre alla complessità della gamma emotiva umana e mette le sorti dell’avventura nelle mani di un'anti-eroina goffa, statica e pavida, portatrice di malinconia. Che si rivela l’arma vincente e scardina ogni tradizione disneyana sul valore dell’essere sempre allegri e ottimisti.

sabato 12 settembre 2015

Non essere cattivo

Quelli che una volta erano i "ragazzi di vita", negli anni '90 sembrano appartenere, anche se nella periferia più disperata, a un mondo che ruota intorno all'edonismo. Un mondo dove soldi, macchine potenti, locali notturni, droghe sintetiche e cocaina "girano facili", nel quale Vittorio e Cesare, poco più che ventenni, agiscono alla ricerca della loro affermazione. L'iniziazione all'esistenza per loro ha un costo altissimo e Vittorio, per salvarsi, prende le distanze da Cesare, che invece sprofonda inesorabilmente. Il legame che li unisce è così forte che Vittorio non abbandonerà mai veramente il suo amico, sperando sempre di poter guardare al futuro con occhi nuovi.

È un quadro pasoliniano aggiornato e sformato dalle «spaventose accelerazioni» di L’odore della notte, questo Non essere cattivo: anagramma di Amore tossico e romanzo criminale umanista, inferno iperrealista che non assolve nessuno, lo spettatore per primo. Caligari conosce la misura esatta della parte bassa del mondo romano, ma non ci fa lavare la coscienza nei panni dei suoi protagonisti. Nota a margine: Marinelli si dimostra per quello che è. Ovvero, oggi, il miglior attore italiano.

Sangue del mio sangue

Federico, un giovane uomo d'armi, viene sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l'edificio è ancora abitato da un misterioso conte, che vive solo di notte

A una prima metà tutta ecclesiastica e in parte seria, naturalmente ispirata alla monaca di Monza, si contrappone una seconda ambientata ai giorni nostri, in cui Bellocchio si diverte a giocare con il registro del grottesco che ben conosce per ritrarre un’Italia contemporanea in cui i notabili vampireschi continuano ad avere in mano il potere che esercitano attraverso uno spregiudicato consociativismo. Insomma, Dio e Satana a braccetto. E il popolo sta a guardare senza nemmeno capire che cosa accade.