L'undicenne Alexander è cresciuto in una casa-famiglia guidata da Gregori, una carismatica e travagliata figura paterna. Per Alexander, che ha sempre visto il mondo attraverso gli occhi di Gregori, arriva però il momento di mettere in discussione gli insegnamenti ricevuti dal suo mentore.
È un film compresso Partisan, ricorda un pianto soffocato e mai liberato. Kleiman sembra così ossessionato dal non cadere nei cliché del genere da imporre un freno narrativo alla storia, tutta giocata su un’eccessiva tensione sotterranea. Piazza la macchina da presa su Vincent Cassel (che regala sfumature di cui sembra avara la scrittura) e sui giovani attori, alla ricerca di un fuoricampo che fatica a presentarsi.
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