sabato 30 maggio 2015

Pizza e datteri

Saladino, un giovane e inesperto ventenne afgano, arriva a Venezia mandato dal suo Imam per aiutare la piccola comunità musulmana locale a superare il periodo di crisi che sta affrontando. A contatto per la prima volta con una realtà del tutto nuova e con la vicinanza del mare, Saladino trova in Bepi, un veneziano convertitosi all'islamismo per protesta, un vero e proprio mentore. Tra i vari casi che il giovane Saladino è chiamato ad affrontare il più complicato è quello della voluttuosa ribelle Zara, che dopo aver denunciato il marito violento gestisce un negozio di parrucchiere unisex e vive troppo all'occidentale.

Il regista curdo Fariborz Kamkari, noto per I fiori di Kirkuk (2010), affronta con coraggio la commedia “all’italiana” scegliendo come location la città più rischiosa, data la sua turistica cinegenicità. Riesce a stare lontano dall’ovvio paesaggistico aggirandosi tra “fondamenta” vecchie e nuove e scoprendo, della Serenissima, una periferia anche dell’anima. Dove inciampa è invece sulla fluidità della narrazione, a tratti fuori registro, non sempre in grado di amalgamare il respiro comico e il grottesco.

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